Edificio del XIV secolo ricco di affreschi.
L'edificio ebbe origine nel corso del XIV secolo come dimora della veneziana famiglia da Pozzo (da cui l'antica denominazione del palazzo "ca' da Pozzo"), ma fu pesantemente modificato negli anni e secoli successivi, a causa dei vari cambi di proprietà e destinazioni d'uso, tanto che l'edificio attuale si può datare, come struttura generale, al XV secolo.
Il palazzo passò successivamente alle famiglie Toaldi prima e Capra poi; nella seconda metà del Settecento fu acquisito dal Comune di Schio, che lo destinò a nuova sede del Monte di Pietà cittadino.
In seguito ospitò la sede municipale fino 1914. Dagli anni ottanta, dopo un attento restauro conservativo, è adibito a sede di mostre, conferenze, esposizioni.
Ciò che è degno di nota sono il busto marmoreo di Nicolò Tron e quello bronzeo di Giuseppe Garibaldi. Il primo era ambasciatore della Serenissima Repubblica presso la corte britannica che portò a Schio il sapere, le tecniche e le tecnologie per la filatura e la tessitura della lana e che diede via all' età dell' oro dei Lanifici scledensi. Il secondo, l' eroe dei due mondi non ha bisogno di presentazioni.
Il rapporto tra Garibaldi e Schio è forte tanto che tra i capitani delle sue truppe troviamo degli scledensi: Toaldi, Menegante e Fusinato. In seguito altri 32 scledensi si unirono agli altri. Alcuni scledensi parteciparono anche alla battaglia per la liberazione di Roma.
Garibaldi, sfuggito al confino in Caprera, accorse in aiuto ma fu sconfitto a Mentana dai francesi. In quel frangente tre volontari scledensi caddero; Schio aiutò Garibaldi anche con cospicui interventi finanziari a fondo perduto raccolti da un limitato gruppo di patrioti benestanti e industriali. Valentino Pasini, scledense, a fianco di Mazzini contribuì inoltre alla propaganda.
Il 7 marzo 1867 Garibaldi fu a Vicenza per ricevere l'omaggio della città ed in quella occasione Alessandro Rossi lo conobbe personalmente; tanto che lo aiutò poi fornendo studi e denaro per la bonifica dell'Agro Pontino. Ai funerali partecipò l'On. Toaldi che provvide poi a far porre in Schio il primo monumento italiano al Generale.
Il Busto di Palazzo Toaldi fu commissionato dalla Società dei reduci delle Patrie battaglie, subito dopo la morte di Garibaldi nel 1882. E' posto accanto alla lapide con i nomi dei caduti per la liberazione e l'Unità d'Italia. Fu il primo monumento in Italia a ritrarre l'effige di G. Garibaldi.